Bolzano

Giogo di Tisa

l'ascia di rame di Oetzi

Nel 1991, durante un’escursione presso il confine italo-austriaco sulle Alpi Venoste presso il Giogo di Tisa (3210 m s.l.m.), due turisti austriaci si imbatterono in un corpo mummificato che inizialmente si pensò essere di un alpinista disperso in età recente. Ma in seguito ad un consulto con un esperto di preistoria e protostoria dell’Università di Innsbruck e con l’aiuto della datazione con il 14C, fu stabilito che l’uomo ritrovato era vissuto tra il 3350 e il 3100 a.C., durante l’età del rame. Tra gli oggetti ritrovati insieme alla mummia, in seguito ribattezzata “L’uomo venuto dal ghiaccio”, c’erano anche un’ascia con la lama di rame, selci, una faretra contenente delle frecce e altri oggetti di corno di cervo. L’età del rame fu molto importante per la civiltà perché ha segnato un punto di passaggio tra l’industria della pietra del Neolitico e la metallurgia dell’età del bronzo.


La scoperta della mummia

Ricostruzione dell’aspetto dell’Uomo venuto dal ghiaccio

L’ascia di rame


Lo studio metallurgico dell’ascia rame di Ötzi e di altre asce del periodo che va dal 3500 a. C. al 2200-1900 a. C. (l’Età del Rame) è stato molto importante per capire i tipi di lavorazioni che si facevano in quell’epoca. Per questo genere di studio è stato necessario ottimizzare la tecnica CTA (Crystallographic Texture Analysis) per poterla utilizzare per antichi manufatti. L’applicazione della CTA permette di non deteriorare i campioni in esame e inoltre di ottenere informazioni sull’intero manufatto (non solo su una porzione superficiale) perché analizza dimensione forma e orientazione di tutti cristalliti presenti. Si ottengono quindi dati sulle proprietà strutturali e microstrutturali dei solidi cristallini. Per fare questo occorre però una radiazione particolare come quella generata dai neutroni e la luce di sincrotrone.


Esempi di figure polari ricostruite e inverse. Le prime sono ottenute da neutroni termici e le seconde da luce di sincrotrone. L’analisi di queste immagini ricavate dai dati di diffrazione permettono di stabilire il tipo di lavorazione che è stata fatta per ottenere le asce di rame dell’Età del Rame. Si pensa che siano state modellate in uno stampo e poi la lama sia stata lavorata a freddo.


L’Uomo venuto dal ghiaccio si trova attualmente nel Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano dove è stata ricostruita tutta la storia e da dove sono state prese notizie e foto per questa pagina (http://www.iceman.it/it).